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Re: x Carmen - la tristezza ..... aumenta.....

Autore: Carmen
Email: Oloddumare - Olorun - Olofi
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Date: 18/06/2007
Time: 16.03

Commenti

Caro Lupo, ti ringrazio per la tua risposta, che ho letto un po’ di fretta non tanto in virtù della sua lunghezza quanto a causa dell'abbondanza di concetti a cui accenna, a prova del fatto che di Cuba hai molte cose da dire e vuoi dirle tutte, e quando questa circostanza si unisce al poco spazio disponibile, si finisce per non dire molto. Vedo che in molti aspetti la pensiamo in maniera simile, purtroppo non ho il tempo di rileggere i tuoi post, ma se tu ne hai e vai a rileggere quello tuo originale al quale io risposi i primi di questo mese, noterai che vi è una differenza notevole nel tono da impiegato, rispetto a questo qua. Questa differenza cambia tutto, dal mio punto di vista, perché un conto è comprendere che la difficoltà nell’affrontare il futuro sta proprio nell’atto della transizione, cosa della quale sono perfettamente consapevole, non solo io, ma la stragrande maggioranza dei cubani sia fuori che dentro; un altro è quella di pensare che allora meglio rimanere come siamo. Che nessuno regali soldi, mi pare una verità così appurata, che solo i bimbi dell’asilo potrebbero metterla in discussione alludendo al fatto che la Fata Turchina in realtà regalò un sacco di cose a Cenerentola. Ma rovesciamo il concetto, e diciamo che in quel senso la società cubana è uno dei paesi al mondo che più può vantarsi di vivere di carità altrui, sia istituzionale (prima URSS, poi Venezuela) ma soprattutto, in primo luogo, a partire dalle rimesse degli emigrati (gli stessi “gusanos” che una volta sono stati cacciati dal paese a suon di uova marce ed offese della folla, vivamente aizzata dal regime). Certo che ognuno aiuta la propria famiglia, io non potrei aiutare nessun altro neanche volendolo con tutto il cuore, e la stessa cosa vale per i miei fratelli cubani di Miami, soprattutto la gente giovane che per tutti questi anni è arrivata là in una zattera, con una mano davanti e l’altro dietro, nulla a che vedere con l’immagine che ama evocare il regime: cubani di Miami = ricconi. Invece Miami è piena di cubani giovani che lavorano sodo per avere qualcosa, Hialeah l’hanno messa in piedi i cubani con il loro lavoro. Poi, che quei cubano-americani che hanno i soldi per davvero non torneranno di certo a regalare i loro averi a coloro che stanno a Cuba, credo che solo una mentalità come quella comunista possa sviluppare e poi pubblicizzare un pensiero del genere, a me basterebbe che arrivassero ad investire i loro soldi, creando posti di lavoro, e mi basterebbe, allora, che il governo si attivasse per creare meccanismi di protezione per i lavoratori, non come adesso, che con la scusa di proteggere i lavoratori lo Stato fa da intermediario, diventando più vampiro del capitalista spietato, pagando $8 al mese ed esigendo anche che i poveri disgraziati contribuiscano anche con una DONAZIONE DELLE MANCE ricevute. Ma per favore. Incominciamo esaminando la situazione ATTUALE dei lavoratori cubani, prima di metterci a dire che un domani saranno sfruttati. Molto più utile, secondo me, è concentrarsi su altri aspetti come quelli degli immobili espropriati a Cuba. Non mi stancherò mai di dirlo, finché quei testoni di Miami non capiranno che la gente a Cuba sosterrà il castrismo finché non venga data loro la certezza che non saranno scacciati dalle case che occupano da decenni, e finché non capiranno che l’embargo non fa che sostenere il potere del regime, non cambierà nulla. Un’ultima cosa, non ti stavo accusando di essere un turista sessuale. Non ti conosco, non mi permetterei mai, e in più mi sembri una persona molto educata e gentile. Ti stavo facendo notare che a volte il ns. ego ci può portare a situazioni di inebriamento, perché a tutti noi piace sentirsi importanti e Cuba è, anzitutto, un luogo per i turisti, mentre per me Cuba è il mio non-paese, la mia non-terra, perché paradossalmente ho più diritti dal punto di vista giuridico in una terra adorabile ma straniera, come l’Italia, che nella terra che mi ha visto nascere. E la stessa cosa vale per chi sta dentro. La segregazione, la discriminazione di persone nella propria terra di origine è il paradosso per eccellenza di quel teatro dell’assurdo che è Cuba. Un saluto cordiale, e ti chiedo anch'io scusa per essermi dilungata così tanto.

Ultimo aggiornamento: 02-07-07