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Re: Classi sociali a Cuba

Autore: Carmen
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Date: 13/07/2006
Time: 08.19

Commenti

Caro Joe Gorito,

Tu hai ragione quando dici che le classi sociali ci sono. Certamente. Non esiste una società che non ce li abbia. Il problema è da cosa scaturiscono. Vedi, un medico specialista è costretto a vivere magari boteando la sera con la propria macchina. Un amico di famiglia, eccellente chirurgo, non fa che parlare, in modo ossessivo, del disgusto che gli provoca dover portare in giro la notte puttane e pedofili per riuscire a vivere. In pratica lui potrebbe smettere di fare il medico, guadagna in una sera ciò che non guadagna in un mese con la sua carriera.

D’altra parte, chi lavora in un albergo, o cmq. nel turismo, ha spesso una economia che gli permette di vivere… ma come avviene tutto ciò?? Maggiorando i prezzi, vendendo la roba loro al posto della merce ufficiale, rubando (allo Stato)… la sindrome di Robin Hood, per citare Rivero.

Le ville di Miramar o Nuevo Vedado di per sé non vogliono dire nulla, nel senso che molte sono state cedute dal governo quando l’esodo dei cubani benestanti nel primo dopo- Castro si lasciò indietro una schiera infinita di ville vuote. Non c’entra con lo status europeo che fa sì che chi ha la villa è perché ha i soldi per comprarla. Tuttavia, oggi è cmq. fonte di benessere, in quanto se uno affitta, ha una vita ben diversa da quella che fa l’impiegato statale.

Poi ci sono i figli della nomenklatura, non necessariamente militare. La mia migliore amica nelle medie (e anche dopo) era la figlia di due pezzi grossi del ministero della sanità, veniva a scuola con l’autista. Uscivamo la sera e l’autista ci veniva a prendere al ritorno… io non c’entravo molto nel senso che non avevo nulla a che vedere con il suo status, ma non sono nemmeno cresciuta in una catapecchia che casca a pezzi con 200 fratelli affamati. Come vedi in questo forum si parla SOLO di persone che vivono nella povertà più assoluta, di rado si parla di persone che vivono in modo decente per i ns. canoni, magari perché uno dei genitori viaggia per lavoro, o perché riesce a fare determinate attività che ti permettono di guadagnare in dollari ( o CUC, per essere aggiornati). E’ chiaro che è molto più probabile che chi non ha nulla abbia determinati atteggiamenti nei confronti del turista, e di conseguenza i turisti ne vengano a contatto.

Ma non è logico, non è normale che un professionista, una persona che si è spaccata la testa sui libri deva andare a lavorare senza fare colazione, mentre la cameriera di un albergo può comperare a suo figlio un paio di scarpe nuove, che il figlio del medico si sogna la notte. Questo è il senso del mio discorso.

E comunque, il tuo e il mio discorso sono legati a La Habana. Benché nella mia città sia ricorrente il pensiero stronzo che La Habana es Cuba, siccome la matematica non è una opinione e i km quadrati del resto dell’isola esistono (un eufemismo per dire i ns. fratelli cubani soffrono in tutto il resto dell’isola forse più che a La Habana), la realtà delle campagne cubane è più vicina al modello di devastazione che qui si propone. Non vedi che la maggior parte della Compagnia Singante de Cuba Te Quiero è specializzata in quelle zone, soprattutto orientali? Perché? Perché le donne sono più puttane e più stupide? O perché c’è più povertà?

Sono stata a Baracoa qualche anno fa, ospite di una famiglia che non mi conosceva nemmeno prima del mio arrivo, ma che mi ospitò grazie all’intervento di una conoscente. La gente di Baracoa mi rubò il cuore, e non trovai nessuno che facesse lo stronzo perché ero de La Habana, come facciamo noi quando vengono loro alla capitale (tra l’altro io immaginavo un accento più marcato, ma era meno cantato di quello santiaguero). La famiglia che mi ospitò sapeva che non vivevo più a Cuba, e non per questo mi chiesero un solo soldo. Non volevano accettarli nemmeno per comperare da mangiare. Io andai a chiedere in giro dove potessi acquistare del cibo, perché c’era una shopping che assomigliava più a una bodega en pesos, e il pollo non si trovava. Mi indicarono un alberghetto che si chiama Villa del Mar o qualcosa del genere e io entrai chiedendo dove si potesse acquistare pollo, mentre il portiere mi faceva segno di stare zitta, perché non è che vi fosse una shopping dove acquistare cibo all’interno dell’albergo, bensì il cibo dell’albergo che gli impiegati si fregavano e vendevano nel mercato nero. Qui è più difficile trovare le classi sociali… o forse è solo che non è la mia di città e non la capisco?

La famiglia si arrabbiò sul serio quando tornai con il pollo, e quando me ne andai qualche giorno dopo cercai di lasciare di nascosto $20, ma la signora se ne accorse, me li restituì e non ne volle sapere.

La mia domanda è, vi capitano questi episodi a voi? Se si, credo a molti pochi. Il 99% degli italiani che conosco che vogliono andare a Cuba, affermano che non vogliono andare da meri turisti, ma che vogliono essere parte dei cubani. E questa è una ILLUSIONE. Cioè:

Non puoi essere parte dei cubani, quando tu hai 35 dollari da spendere per dormire, puoi andare a mangiare nei paladares o i ristoranti e puoi entrare in luoghi da dove molti cubani verrebbero cacciati via. Almeno non puoi esserlo nei tuoi primi viaggi. Non possono vederti come uno di loro. Uno può mischiarsi con quei cubani che di solito ti verranno a presto perché così facendo riescono a fare cose che altrimenti non potrebbero. Oppure con quei altri che ci guadagnano a fare realtà le fantasie europee più segrete.

Oppure uno conosce persone che non sono mercenarie, ma sei cmq. un turista, non sei un fratello. Siamo i più stronzi del mondo? Siamo razzisti? Può essere. Io dico che i sensi di fratellanza nascono dalla condivisione di tante cose, e se sono brutte ancora di più. E, sinceramente, mi sembra che non sia tanto facile fare parte del paese che ti ospita, al di là di Cuba. Sicuramente non ci si riesce in una settimana, né in 10, sommando 10 viaggi.

Poi, lo capisco benissimo che da fastidio essere una banconota con due gambe. Non giustifico affatto gli atti di sfruttamento delle persone per bene cha vanno a Cuba. Ma a volte ho la sensazione che alcuni abbiano esattamente quello che si meritano.

E infine, ci sono persone italiane che sposano un/una locale e che con gli anni riescono ad essere anche più cubani di noi. E per una come me che sta lontana dal proprio paese, è davvero piacevole farci 4 chiacchere. Una cosa curiosa: di solito quelle persone non si definiscono mai CAMAJANES.

E adesso si che me ne vado a farmi friggere, non vi rompo più le scatole per un po’ perché ho la sensazione di stare esagerando alla grande. Quante parole per nulla, come direbbe Franco.doc.

Ultimo aggiornamento: 02-07-07