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Re: GLI STRANIERI

Autore: Carmen
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Date: 11/10/2006
Time: 07.07

Commenti

Io credo che sia un pensiero generale e comprensibile, che l’emigrazione del proprio paese è stata, ai suoi tempi, una emigrazione educata. E’ piacevole, e mette al riparo delle comparazioni con i popoli “selvaggi”. Purtroppo la storia smentisce. L’emigrazione italiana portò con se di tutto, gente che si muoveva alla ricerca di una vita migliore, con voglia di lavorare, e gente malavitosa. Come dappertutto. La storia degli USA e di molti paesi dell’America Latina ne parlano. Un romanzo intitolato “En la sangre”, dell’argentino Eugenio Cambàceres, racconta molto bene come erano visti gli italiani in Argentina.

Non voglio parlare di criminalità organizzata perché gli italiani sono di solito molto permalosi al riguardo, e tendono a pensare che gli si stia dando del mafioso appena si tocca l’argomento, cosa che non c’entra nulla… ma non scherziamo. Negli USA la presenza di molti italiani (così come quella irlandese, per esempio) faceva tremare i locali. Ed i romanzi di Mario Puzo, con i suoi personaggi onorevoli… sono una fiction.

Poi, certamente lo scontro religioso non c’era perché cattolici o protestanti, sempre cristiani sono.

Questo nulla toglie al fatto che abbiate ragione nel lamentarvi di chi viene qui per delinquere. Io, da straniera, sarei d’accordo con che si applicassero leggi più severe per lo straniero che delinque. Chi commette reato dovrebbe essere espulso e basta, non messo in galera e poi fatto uscire, perché i carceri comunque hanno un alto costo sociale. Lo straniero ha l’obbligo di osservare la legge e rispettare la cultura locale, che non vuol dire convertirsi. Basta rispettare. Ma al tempo stesso, c’è chi crede che lo straniero è una sorta di zimbello al quale si può dire come deve o non deve esprimersi o attuare, per il semplice fatto di trovarsi qui. E questo è un errore, perché un conto è essere rispettosi nei confronti del paese ospitante, un conto è lasciarsi prendersi da zerbino da chi si nasconde dietro nazionalismi esasperati per sfogare la propria arroganza.

Ed è verissimo che il mondo è pieno di italiani. Forse l’immigrazione di oggi diversa, sono persone spesso laureate che emigrano per usufruire delle opportunità di lavoro o di ricerca in altri paesi. Le università statunitensi sono PIENE di ricercatori italiani emigrati perché in Italia la ricerca non ha molti fondi. E quindi, gli italiani usufruiscono dei fondi di altri paesi… ma al tempo stesso danno a questi il loro sapere. E’ un dare e avere.

Quindi, se il discorso è legato alla criminalità e la delinquenza, mi schiero dalla vostra parte. Ma se è un discorso nazionalista, allora…. date prima una occhiata alla popolazione italiana all’estero.

Per quanto riguarda il discorso di Franco Doc e la assoluta impossibilità di integrazione latinoamericana nella realtà italiana, stendo un velo pietoso, anche perché, visti i racconti che è solito postare sul forum, sappiamo tutti che tipo di latinoamericani frequenta.

La parola d’ordine legata alla integrazione è: Lavoro, secondo me.

Ultimo aggiornamento: 16-11-06