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Autore: Gorito
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Date: 05/10/2006
Time: 17.06
Cara Carmen, una manciata di post più in alto, a proposito del possibile cammino di Raul verso il dialogo, ti stavi chiedendo se per caso, mentre i cubani si stavano lentamente "democratizzando", gli italiani non si stessero invece stranamente "indittaturizzando", colti da pessimismo per troppa influenza del castrismo. Insomma una inversione dei ruoli. Era divertente come immagine. Personalmente sono per natura ottimista, ma questo si riferisce alla mia vita personale e al contesto in cui si svolge. Quando si parla del futuro di Cuba non riesco invece (per il momento) a esserlo altrettanto per una serie di motivi di cui abbiamo già discusso. Quel ritratto che fai del duro Raul non fa che confermare una mia impressione negativa e credo sia in ogni caso troppo presto per interpretare alcuni labili segnali come premonitori di un cambiamento. Più che di pessimismo, per definire la mia posizione, parlerei piuttosto di prudenza. Si, perché dal fondo del cuore spero veramente che tu veda giusto e che arriveremo ben presto e in modo incruente a questa libertà che i cubani si meritano. Ma ci sono ancora tanti "se" e tanti "ma" a ostruire questo cammino. Intanto Raul ha già cominciato la caccia alle streghe e l'epurazione all'interno del sistema e mi sembra veramente poco credibile come futuro leader democratico. Gorbachov era un gran signore, non un rigido militare.
Comunque dobbiamo rassegnarci a un fatto: non sarà mai possibile per noi stranieri "sentire" i problemi dei cubani dal "vostro" punto di vista. Per noi tutto ciò è una discussione in prevalenza "teorica", parliamo pur sempre di previsioni e di ipotesi "sulla carta". Riconosco che le mie opinioni e la mia competenza in materia hanno fatalmente meno peso delle tue, per forza, visto che tu ci sei nata e l'hai vissuta da dentro, direttamente sulla pelle, mentre per me Cuba resta un paese dove mi sono soprattutto divertito (malgrado i problemi e il regime) e sarebbe disonesto non ammetterlo. La percezione degli stessi luoghi e degli stessi fatti appaiono talvolta distanti anni luce. E' come quando dici che ogni italiano è un mondo a sé: io la penso diversamente, vedendoli piuttosto molto conformisti ed allineati su modelli a loro imposti (magari non modelli politici, ma i meccanismi sono alla fine identici). Del quesito di partenza sulla descrizione di cubani e italiani, facendomi una risata, devo comunque prendere le distanze, essendo abbastanza mal piazzato per dire la mia, dato che non sono personalmente né l'una né l'altra cosa.
Un caro saluto. Joe Gorito