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Autore: claudio
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Date: 23/04/2003
Time: 20.42
Caro Dario, ho letto interamente il tuo post su Cuba Libre, apprezzando la lucidità con cui hai espresso minuziosamente le tue esperienze e conlusioni sulla quotidianità dell'isla. Posso assicurarti che in quello che scrivi c'è molto di vero, ma posso anche dirti che io in vent'anni di cammino fra i vari stati dell'America Latina (non solo Cuba) riscontro che l'isla cubana ha ancora un anelito di civilta' contro altri Paesi sudamericani. In breve ti racconto le mie esperienze vissute in prima persona: nel 1985 ero a Santiago del Cile al tempo di Pinochet e sono letteralmente scappato da quella nazione esclusivamente perchè i poliziotti-militari erano nient'altro che ragazzini dai 12 ai 15 anni con tanto di mitra carico in mano.... Tu pensa quale stato di terrore si viveva nelle strade della capitale cilena... Nel 1987 a Minajerais nel Mato Grosso in Brasile sono stato rincorso e picchiato perchè cercavo di convincere tre ragazzine minorenni a non prostituirsi coi mineros della miniera locale.... Boh, forse erano loro parenti che non havevano altre risorse finanziarie per mangiare... nel 1987 sempre in Brasile mi sono spostato all'isola di Itaparica davanti a Salvador de Bahia, sul pontile del porto stavo regalando magliette ai bambini, si formo' una calca di gente a tal punto che mi spinsero giu' dal pontile, feci un volo di circa sette metri in acqua sudicia del porto infilando fortunatamente l'imbocco tra due pescherecci, sennò non ero qui a raccontartelo. Dopo tre giorni andai nelle favelas di Bahia a portare da mangiare panini con salame, mi presero a calci prima di capire quello che stavo facendo, poi si scusarono ma le botte erano ormai tutte mie... In queste occasioni andai al pronto soccorso locale (parlo di Minajerais, di Bahia) e in quel momento se dovevo scegliere sicuramente avrei preferito un ospedale cubano per cubani (non per turisti) che era molto meglio... Ho aiutato alcuni bambini abbandonati a se stessi a Rio de Janeiro, alcuni turisti inglesi gli davano da bere alcoolici per ubriacarli e ridere poi di loro... In Brasile ci sono schiere di ragazzini dagli 8 ai 14 anni abbandonati a loro stessi e sono delinquentelli per sopravvivere fino a che le "squadre della morte" (polizziotti in borghese) li carica nei furgono e li uccidono chissà dove.... QUESTO A CUBA NON SUCCEDE!!!! IO NON L'HO MAI VISTO!!!! Bambini abbandonati a Santiago de Cuba non ne ho mai visti... Cose di questo genere esistono anche nella Repubblica Domenicana in capitale, in forma minore, ma esistono... In Kenia a Malindi l'alfabetismo e le malattie per sporcizia sono all'ordine del giorno.. Lo so che molte cose che hai scritto sono vere, ma a Cuba nel mio pellegrinare tra la gente (nelle loro case) ho visto una civilta' almeno sufficiente, se non oltre, dovuto alla loro istruzione obbligatoria (questo dobbiamo dire grazie al regime Castrista). Attenzione, non sono di parte politica o altro, sto' solo aggiungendo alla tua lettera che qualcosa di buono ho visto (a confronto di altre nazioni).... Dimmi Dario.. Io ho sempre visto cubani abbastanza cicciottelli e perlomeno vestiti da coprirsi. Quindi non manca il cibo per vivere, manca senz'altro una veste piu' dignitosa, o di qualita' maggiore... Tutti i cubani lottano per avere un cibo migliore, una veste piu' carina e alla moda, le scarpe (grande problema cubano)che costano maledettamente tanto... Alcuni ti chiedono il dollaro per mangiare qualcosa o bere una cervezas, ma quando te lo fai amico piano piano ti chiedono lo stereo con piu' Watt acustici possibili, del cibo nonglie ne importa piu' nulla... perchè a Cuba non si muore di fame, manca purtroppo la qualita' sulle cose che noi turisti abbiamo e loro con quello che guadagnano non possono comprarlo.... Questa è la colpa del regime. Le scolaresche che ho visitato, dalle elementari fino all'università, sono civili e dignitose, poi altre cose non funzionano o funzionano come tutte le cose statali a rilento per disinteresse di chi sta' allo sportello o altro. Concludo nel dirti che certo è facile parlare quando siamo al di quà della barricata, è facile dire che non è poi cosi male quando le situazioni le vivono gli altri, e tu te ne stai a casa in Italia nelle tue comodità mondane (parlo ovviamente per me), ma l'isla non è tutto male, tante si ma anche di buone ce ne sono e sono queste che hanno tenuto in vita el pueblo in questi quarant'anni di Governo Rivoluzionario. Molte nazioni sudamericane le ho apprezzate nel bene e nel male, ma cuba mi ha penetrato nel cuore, la loro gente intelligente e sempre fantasiosa nel procurarsi il sostentamento quotidiano, questa operosità che li rende un popolo speciale che sopravviverà sempre a qualsiasi regime gli venga imposto. Speriamo che il Governo dia un po' piu' di fiato a questa gente allargando piu' possibile le redini per farlo sopravvivere meglio, senza scontri fisici o nuove rivolte, con la pacifica convivenza sociale che tanto necessità questo stanco mondo. ciao claudio