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Re: MI AMOR in cubano ...x Carmen

Autore: luca
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Date: 07/03/2003
Time: 13.03

Commenti

Querida Carmencita, non ti preoccupare per le doppie perché una sola mancante e nessuna raddoppiata inutilmente (perché sai che c'è anche quel problema lì) su tutto ciò che hai scritto è un ottimo ruolino di marcia. I portoghesi hanno anche più problemi degli spagnoli in ciò. Concordo sulla circostanza che in Italia si parla troppo, anche se io parlo poco e lo conferma il fatto che scrivo molto: di solito c'è un rapporto inversamente proporzionale fra le due cose perché chi parla tanto si sfoga verbalmente e considera faticoso e lungo mettere il pensiero per iscritto, viceversa chi è taciturno trova la sua valvola di sfogo nel foglio bianco. Peraltro, mi risulta che i cubani al riguardo del tanto parlare non scherzino: un esempio potrebbe esserne il fatto che il nostro attuale capo del governo, universalmente noto per la sua logorrea, viene totalmente surclassato dal vostro sempiterno capo di stato, i cui discorsi interminabili fanno ormai parte della leggenda. Oppure quest'altro esempio tratto da una mia esperienza personale: al ritorno da un viaggio aereo a Cuba la mia ragazza (cubana) mi chiede chi avevo seduto accanto (la paura che ci fosse qualche altra cubana è sempre forte, come la gelosia), io le rispondo: "un cubano baffuto, doveva essere un governativo"; "perché lui non te lo ha detto?", domanda lei; "no, è stato muto per tutto il viaggio", replico io; lei, ridendo, mi fa: "strano, un cubano che sta zitto è davvero raro"!.

Adesso bando alle ciance e veniamo al dunque: la parola amore è già molto abusata in tutto il mondo. Il concetto che poi ne ha ciascuno è molto diverso da quello che ne ha un altro. Ecco perché non affronterò il discorso, sul quale pure tu mi avresti invitato a cimentarmi, circa quel che penso io di come nell'america latina in generale ed a Cuba in particolare venga inteso l'amore. E' molto probabile che in qualche modo, magari inavvertitamente, offenderei qualcuno e siccome non è questo che voglio (non si finisce mai di doverlo ripetere), mi astengo volentieri. Un po' diverso però dovrebbe essere il discorso sulla relazione tra la parola "marido" e "matrimonio", dato che per entrambe dovrebbe essere più agevole darne una definizione non troppo opinabile, almeno di carattere giuridico (mi immagino che siano concetti esistenti anche nel non molto lineare diritto cubano...). Concordi sul fatto che il termine "marido" a Cuba venga usato in modo molto diluito rispetto all'Italia, oppure no? Per il resto, malgrado le opinioni contrarie espresse in interventi altrui, debbo ribadire che corrispondono a regole basilari di quella scienza denominata semiotica (Chomsky, Eco, ecc...) quelle che ho precedentemente illustrato, ovvero:

1) che il significato attribuito ai vocaboli è fondamentale per comprendere un popolo, più della sua economia, diritto, cucina, abitazioni, utensili, vestiti, ecc...);

2) più un vocabolo viene utilizato, più esso perde il suo senso specifico.

La citazione poetica con cui hai chiuso il tuo discorso la conoscevo e sinceramente, a costo di risultare antipatico devo dirti che, pur essendo musicale e suggestiva, non mi piace perché tradisce una linea di pensiero che detesto: io penso (e ovviamente non può che essere una cosa estremamente soggettiva) che, se le menzogne sono molteplici e spesso mascherate da verità, la verità invece non può che essere una sola. Voglio dunque concludere anch'io con una citazione: "the truth is written all along the page, how old will I be before I come of age, for you".


Aggiornato il: 10 dicembre 2011