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Autore: giorgio
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Date: 17/01/2003
Time: 05.32
In occasione di altro intervento avevo chiarito il senso delle mie affermazioni relative al fenomeno della omossessualità,maschile e femminile a Cuba,fenomeno assai più diffuso di quanto si possa immaginare. Come già avevo chiarito, ma il post è stato cancellato dal forum, vado a Cuba due volte all'anno, e ho avuto modo di stringere rapporti abbastanza amichevoli con persone del luogo, visto che, da sempre, vado nello stesso posto. Trattasi di autisti, taxisti, proprietari di case private, frequentatori di discoteche, quindi di gente " de calle" la quale, così pare, è sempre informata su quanto succede nella città. Conosco anche, al di fuori di tali conoscenze, il più delle volte indispensabili per potersi barcamenare, anche studenti, impiegati,insomma un po di tutto. In occasione del mio ultimo viaggio ho appreso che alcune lesbiche del luogo, o perlomeno indicate come tali, avevano ricevuto inviti da parte di ragazzi italiani, formalmente considerarati come fidanzati ufficiali. Fu in occasione della visita presso la casa di un ragazzo cubano al quale mi ero rivolto per comperare vestiti femminili da regalare ad una ragazza che avevo conosciuto. A questo ragazzo le cubane fidanzate con italiani vendevano la roba ricevuta in regalo, o perlomeno quella che non piaceva, e a lui tutte le altre si rivolgevano sapendo che la sua abitazione era diventata come un negozio di roba proveniente dall'estero. Immagina che un jeans comprato in Italia per 70 Euro( Levi's) veniva venduto per 20 o 25, quando la ragazza aveva ricevuto , dal cubano, dollari al massimo. Morale della favola, il personaggio conosce tutte quelle che hanno fidanzati all'estero o buona parte di esse, sapendo di loro particolari di vita che ti lascio immaginare. Prova quindi a pensare quale può essere stata la mia reazione sapendo che alcune lesbiche sarebbero arrivate in Italia e quale sarebbe stato il rapporto tra loro e i nostri connazionali. In questa situazione, e rifacendomi a precedenti interventi, non mi sento di avere offeso nessuno, nè persone in particolare, nè la popolazione in generale, evidenziando semplicemente un fenomeno di malcostume che deve essere denunciato e reso noto ai frequentatori italiani, spesso ignari di certe cose e in discreta percentuale anche innamorati. Per quale motivo sarebbe fatto l'invito diversamente? Se non ti ho scritto nell'immediatezza del tuo "cartellino giallo" è perchè,per due giorni, non avevo acceso il computer e non avevo letto l'intimazione che mi avevi fatto; diversamente ti avrei risposto sulla stessa falsariga di questa lettera. Ripeto tuttavia ed in assoluta buona fede di non avere voluto offendere nessuno in particolare, ma soltanto quella categoria di persone interessate al fenomeno della prostituzione e della omosessualità. Questo per quanto riguarda il discorso lesbismo. Volevo anche dirti che un amico avvocato ha ricorso al TAR del Lazio nei confronti di un provvedimento reiettivo adottato dall'Ambasciata nei confronti di una ragazza che aveva richiesto un visto turistico. Lavora come avvocato a Roma e da informazioni assunte presso il Ministero avrebbe appreso che la nostra Ambasciata concede gli appuntamenti alla cubane a distanza di molti molti mesi dalla richiesta( che come sai può essere fatta anche per telefono: nome , cognome, numero di passaporto-se ottenuto- o quanto meno la città di residenza) per la necessità di acquisire informazioni da parte della Autorità Cubana sul conto di chi chiede di entrare in Italia. Esisterebbero quindi controlli incrociati tra le due Amministrazioni. Pare che in tutti i casi in cui le ragazze risultino censurate per precedenti di prostituzione( carta de avertencia) l'Ambasciata, moralizzando il discorso, e sempre in base alle informazioni ricevute in via ufficiosa non conceda il visto,pur motivando il rifiuto con la generica dizione " rischio di emigrazione". Spero di avere chiarito ogni aspetto della questione, sia con riferimento al punto della omosessualità che a quello della Ambasciata. Trattandosi di provocazione su un punto mai trattato( omosessualità) ma poi ripreso da altri partecipanti credo che le scuse non siano dovute(a chi ?, essendo il concetto di scusa del tutto estraneo a quello di provocazione. Giorgio Biavati.