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Re: Attenzione alle Cubane

Autore: negiz
Email: g.marini@palazzochigi.it
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Date: 05/01/2003
Time: 12.31

Commenti

L'intervento di Luk, pur nella sua "drammaticità" e nella genericità con cui liquida negativamente l'argomento dei matrimoni misti - frutto senz'altro della carica emotiva della sua esperienza personale - evidenzia una questione importante al fondo dei molti fallimenti delle unioni fra coniugi di paesi e culture differenti, che raramente viene affrontato in modo esauriente: quello delle reciproche aspettative dei partners.

Mi sembra ovvio che i motivi per cui gran parte dei matrimoni misti si risolva in un fallimento entro il primo anno sono molteplici: selezione avversa dei/delle partners (una certa percentuale dei partners cubani non viene proprio dalla migliore società della Isla e sceglie l'occasione di espatrio in assoluta malafede), improponibilità di certe coppie in termini di differenza di età e di "efficienza fisica", difficoltà di adattamento ad una società forse più frenetica e meno "aperta" di quella cubana specie nelle grandi città, difficoltà di trovare un lavoro soddisfacente, difficoltà di integrarsi e di fare amicizia con successivo senso di solitudine e di nostalgia per la patria lontana...

Ma supponiamo, per un attimo, che la partner che ci siamo scelti non sia una bieca opportunista, supponiamo che nutra un certo affetto nei nostri confronti e una genuina attrazione fisica, che quindi si consideri contenta di poter fare coppia con noi. Ovviamente questo non significa che non ci consideri anche un buon partito e che non ci ritenga un'opzione migliore di molte altre "autoctone" anche grazie alla nostra posizione economica (questo lo dobbiamo sempre mettere in conto). Supponiamo che la differenza d'età fra noi non sia enorme e che, soprattutto, ci sia un certo equilibrio in termini di "qualità estetiche e prestazioni fisiche" che renda il rapporto bello e divertente per entrambi. Supponiamo, infine, che caratterialmente ci sia una certa compatibilità di base: apertura mentale, fantasia, disponibilità al compromesso. Una coppia di questo tipo ha certamente alcune possibilità di superare indenne la prova del tempo se le aspettative e i progetti di vita dei due partners sono fra loro compatibili.

E qui entra in ballo il discorso delle aspettative e delle aspirazioni. Se la partner che ci siamo scelti, per dire, ha in mente un tipo di carriera professionale incompatibile col tipo di vita in che noi vorremmo fare insieme a lei si può facilmente litigare e compromettere la felicità comune. Se, nonostante l'affetto reciproco, lei desidera lavorare in un locale cubano, o come insegnante di salsa, o come donna immagine, cosa che la porta ad avere orari e ritmi di vita del tutto inconciliabili con i nostri, la cosa non può funzionare poiché noi diventeremmo del tutto estranei al suo ambiente e alla sua vita. D'altro canto se noi, in Italia, non facciamo parte di quell'ambiente non avremmo mai scelto una compagna italiana così diversa da noi e dalle nostre aspirazioni. Se lei desiderasse tanto avere dei figli e noi non lo desiderassimo o, viceversa, se noi volessimo fare di lei la madre di nostro figlio e lei, invece, perseguisse una realizzazione professionale si potrebbero creare incomprensioni. Specie se, come spesso accade, lei non è in grado di trovare per molto tempo un lavoro redditizio, così redditizio da poter rendere conveniente la spesa di un'altra persona che si occupi del figlio in sua assenza: sto parlando della situazione usuale in cui la fonte di reddito (di gran lunga) più importante è quella del marito, che rimane occupato in ufficio, diciamo, dalle 9.00 della mattina alle 6-7.00 della sera. E ricordiamoci che in questo tipo di famiglia mono-reddito la convenienza meramente economica a far lavorare la moglie scatta solo se essa riesce a guadagnare almeno 7-800 euro netti al mese (il costo di una baby-sitter per l'orario d'ufficio). Si potrebbero fare tanti altri casi di incompatibilità di stili e progetti di vita (anche opposti a quelli citati, tipo: lui chiede che lei partecipi al budget familiare ma lei non vuole lavorare, perché preferirebbe finire l'università o, magari, si realizzerebbe solo come madre di famiglia), ma accontentatevi di quelli appena esposti e, se volete, esercitate la fantasia per scovarne qualcun altro.

Quello che emerge dalla precedente riflessione è l'importanza delle aspettative e delle aspirazioni dei partners e della loro compatibilità nel decidere l'esito di una unione coniugale. Le coppie italiane si provano e si riprovano e se emergono incompatibilità tali da rendere l'unione impossibile ci si lascia. Questo può accadere dopo il matrimonio, ma accade sempre più spesso prima, perché il matrimonio diviene un traguardo da raggiungere dopo anni di convivenza. La legislazione sull'immigrazione, la sua attuazione, e la sua recente revisione in senso restrittivo non rendono possibile un adeguato collaudo della coppia mista prima del matrimonio. Dunque il quesito è: è possibile ed opportuno acclarare la compatibilità delle proprie aspettative nel breve tempo che ci è concesso vivere insieme con un partner cubano, in vacanza nella Isla o nei tre mesi di invito turistico? Ritenete opportuno essere molto chiari e sinceri da subito su quello che vi aspettate dalla vita con lei? E' meglio cercare di capire le sue aspirazioni e progetti per il futuro senza suggerire i propri: ma come? Semplicemente chiedendo? Si badi bene, che qui non si sta parlando del passato della ragazza o della sua buona fede, che diamo per scontati (in positivo), vogliamo solo capire se è possibile, ragionevolmente e credibilmente, fare progetti per il futuro con lei prima di aver preso decisioni irrevocabili. Quanto possono essere credibili tali progetti? E' possibile che lei, accecata dal desiderio di trasferirsi con noi in Italia, accetti in buona fede (pensa che potrà adattarvisi) una situazione che, in realtà, le sta strettina? Voi cosa ne pensate?


Aggiornato il: 10 dicembre 2011