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Re: domande sulla dissidenza

Autore: Carmen
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Date: 11/09/2006
Time: 18.22

Commenti

Con me sfondi una porta aperta se parli della politica estera degli USA. Ma ciò che non condivido è la tua visione "in blocco" del paese. Non sono d'accordo che gli USA si possano solo amare od odiare. Personalmente trovo ridicoli i concetti di antiamericanismo o filoamericanismo. Tu dici "questi sono gli USA", ma non è vero. Questo è UN aspetto degli USA che va criticato, dibattutto, analizzato.

Il nostro Josè Martì disse "Amamos la patria de Lincoln tanto como tememos la patria de Cutting", azzeccando tutto, il nostro apostole, perchè è un paese con talmente tante sfaccettature che quel genere di analisi, quella divisione in "buoni" o "cattivi", fallisce inevitabilmente. Io e te, cubana ed italiano, non possiamo pensare a determinate tappe della ns. storia senza tenere conto del ruolo che hanno giocato gli USA in essa.

La tua storia non te la racconto. Della mia, ti dico che se da una parte la sua politica verso Cuba è stata, ai tempi della URSS, agressiva veramente, ed oggi molto stupida, al tempo stesso quel paese ha accolto migliaia e migliaia di gente come me, non terrosristi o chissa chè, ma gente che voleva scappare dalla miseria e la dittatura. GEnte che è stata accolta ed aiutata. E questo, ogni cubano lo deve ricordare, perchè che alzi la mano chi non ha un parente o amico a Miami. Martì preparò la guerra d'indipendenza da quel paese.

Dopodichè posso dirti che odio la loro politica estera, che Viet Nam fu un crimine, che l'invasione di Granada un soppruso, che verso gli indiani la politica del gov. federale fu criminale, che la guerra in Iraq è stata inacettabile, che odio con tutte le mie forza l'embargo economico perchè lo ritengo controproducente, che l'imperialismo nell'America Latina ha sentato le basi per lo spirito antiamericano, e mille altre cose che ora non mi sovvengono.

E posso dirti che ammiro la storia della rivoluzione americana, che amo la letteratura americana, che mi colpisce che in quella nazione abbiano avuto inizio movimenti come il femminismo o che le stesse teorie antropologiche di relativismo culturale che ora alcuni deformano per difendere l'indifendibile siano state sviluppate da studiosi americani. Che movimenti per i diritti civili dei neri abbiano trovato piede là, laddove in altri paesi latinoamericani ancora ce li sognamo.

Avendo conosciuto quel paese ed avendomi rapportato con la vita in città, non posso non essere colpita da tanti aspetti. Credo che ogni intento di dire "questo è USA" è semplicistico. Uno si concentra su determinati aspetti ed ok, ma le pretese di totalità mancano veramente l'obiettivo, soprattutto quando di USA si tratta.

Ultimo aggiornamento: 16-11-06