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Se il Buongiorno si vede dal mattino......

Autore: birramoretti
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Date: 02/08/2006
Time: 08.09

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Al nuovo leader piace la via cinese: libertà economica e controllo politico, normalizzare le relazioni con gli Usa. Rapporti tormentati col fratello Raul il dominatore, cinismo al potere ma senza il carisma di Fidel

Raul Castro di CARLOS FRANQUI CHE Fidel Castro sia grave, o addirittura morto, o che questa sia una manovra per rendere ufficiale da vivo il suo successore, con un rapido e trionfale recupero post-operatorio del Comandante, una cosa è certa: il successore, per adesso, è Raul Castro, e con lui tutti i suoi uomini nei posti chiave del potere. Qual è la sua storia? Nacque a Birán nel 1931. A cinque anni, fu mandato con i fratelli maggiori, Ramon e Fidel, al collegio dei Fratelli delle scuole cristiane di Santiago di Cuba.

I tre fratelli furono espulsi per cattiva condotta. Solo Fidel si ribellò, minacciando di dar fuoco all'istituto e riuscì poi a entrare nel Colegio Dolores dei gesuiti. Raul fu mandato in un collegio militare creato da Batista e lì si diplomò come sergente. Castro dichiarò non molto tempo fa alla stampa messicana che fu lui e non Batista a farlo generale, per questo nella Sierra gli diedero il soprannome di casquito, recluta di Batista. Inviato a L'Avana a proseguire gli studi, Raul Castro entrò nella Gioventù Comunista. Inviato al festival mondiale della gioventù nel 1953, visitò diversi paesi socialisti. Tornato a Cuba in nave, fu arrestato per un breve tempo.

Fidel, che preparava l'attacco alla caserma Moncada, chiamò Raul all'ultimo momento, avvertendolo che non poteva informare il partito. Diffidente com'è, prima di partire per Santiago passò per la sede del partito per sincerarsi che Raul non avesse parlato. Nell'attacco al Moncada, Raul fu inviato con un gruppo di sei uomini a prendere il Palazzo di Giustizia. Raul ripeteva sempre che "Il Moncada fu il motore della rivoluzione" e quando gli si replicava che lo avevano allontanato dalla Gioventù per aver considerato l'attacco putschista, rispondeva che "il partito ha sempre ragione".

Condannato come tutti a 15 anni di prigione, Raul godette di un'amnistia venti mesi dopo. Il 15 maggio 1955 partì per il Messico e quando ci fu lo sbarco, ovvero il naufragio del Granma, nel dicembre del 1956 Raul, che dirigeva il gruppo di avanguardia disperso dall'esercito, scappò con un gruppo di sei uomini e fu salvato dai contadini che lo portarono nella Sierra Maestra.

Nel 1957, ci furono molte azioni importanti ma il ruolo di Raul fu oscurato da Che Guevara e Camilo Cienfuegos, al comando di nuovi gruppi guerriglieri. Più tardi Raul, nominato comandante militare di Oriente, rimase in disparte nel momento della vittoria; lui, Guevara e i comunisti mandarono i contadini a occupare le terre, atto che provocò la protesta pubblica di Fidel. In una riunione nel tribunale di Cuentas, alla presenza di comandanti, ministri e dirigenti, Raul gridò a Fidel: "Questa è una merda". La violenta risposta di Fidel fece sì che Raul finisse con lo scoppiare in lacrime.

Nei primi mesi del 1959, Raul comandava meno di un sergente, secondo le parole di Fidel, ma a partire da giugno, con la creazione delle Milizie Popolari, il potere di Raul aumentò. Nell'ottobre del 1959 sostituì il popolare Camilo Cienfuegos, scomparso misteriosamente. Designato da Fidel come suo successore, nel caso gli accadesse qualcosa (Fidel diceva che è più radicale di lui), Raul occupò con Guevara e Ramiro Valdés i primi posti nella gerarchia del potere.

Raul si lamenta ancora spesso del fatto che Fidel gli fece fare la parte del cattivo, ma dimentica le sue azioni e le sue parole di allora: "Se succede qualcosa a Fidel, l'Almendares si chiamerà il fiume rosso per il sangue che verserò". Fu il principale responsabile della sovietizzazione di Cuba e della consegna del potere ai vecchi comunisti. Nel 1961 Raul Castro introdusse nella direzione delle forze armate cubane i generali sovietici, alcuni dei quali parteciparono nei combattimenti di Girón.

Raul giocò un ruolo importante negli accordi con i sovietici nel 1962 per l'installazione delle loro basi missilistiche a Cuba che portarono il mondo sull'orlo della guerra atomica nell'ottobre di quell'anno. Con l'esercito e i generali sotto il suo comando, a partire dal 1989, quando ci fu la fucilazione di Ochoa e la morte in prigione del generale Abrantes, ministro della Sicurezza, Raul assunse il controllo anche di questo importante ministero.

Dal crollo del comunismo sovietico, Raul, attraverso i suoi generali, controlla il potere economico, turistico e commerciale dell'isola, creatore dell'apartheid che estromette i cubani dalle loro spiagge, dal loro mare e dalle loro ricchezze. Filosovietico e anticinese viscerale (nel '64 entrò persino in conflitto con Guevara per il suo maoismo), l'anno scorso fece una visita in Cina che aprì le porte di Cuba al gigante asiatico. E' nota la sua posizione di aprire Cuba alla via cinese: libertà economica e assoluto controllo politico, normalizzazione dei rapporti con gli Stati Uniti, con la garanzia che non ci saranno fughe massicce dall'isola né spargimenti di sangue.

Raul Castro è più pragmatico di Fidel ed è più vicino alla realtà del comandante in capo. Ha un umorismo nero e violento di palazzo. A Ordoqui, il dirigente comunista morto in prigione accusato da un agente della Cia e che Raul chiamava Padre, mezzo ubriaco diceva in pubblico: " Quei gradi di comandante - Ordoqui non era stato nella Sierra - chi te li ha dati?". Raul Castro, a differenza di Fidel, che non crede in nessuno, è amico dei suoi amici, anche quando cadono in disgrazia, atteggiamento che gli garantisce la lealtà di generali e dirigenti.

Dicono che per il suo complesso "fidelista" quando sale su una tribuna si esalta, si trasforma, è risaputo che non gode di grandi simpatie né nell'apparato né tra la gente comune. Quest'ultima strana mossa, reale, esagerata, contraddittoria e poco credibile ignora il chavista Perez Roque, l'emergente Ramiro Valdés e fa di Raul il successore con pieni poteri, con intorno i suoi uomini più fedeli.

C'è da dubitare che il secondo responsabile della crisi cubana, della paura e della fame di questi tragici 47 anni, voglia, tenti o possa cambiare la natura del castrismo. C'è da dubitare, e non solo per l'età, che questa successione imposta si consolidi e vinca. Per l'isola vengono tempi che possono essere tanto pericolosi quanto pieni di speranze. (Traduzione di Luis E. Moriones)

(2 agosto 2006)

POVERI CUBANI, DALLA PADELLA ALLA BRACE. E PER I MIGNOTTARI VACCHE MAGRE? MAGRISSIME. SI PREVEDONO CAMBI DI ROTTE OCEANICHE.

Ultimo aggiornamento: 16-11-06