[ Rispondi | Avanti | Indietro | Su ]

Big bamboo........per donne

Autore: dodi
Email: meplaitjouerauboule@fr
Remote Name: 87.29.1.137
Date: 26/05/2006
Time: 05.26

Commenti

Cuba, Kenya e a Capo Verde. Sono ragazze di 30 e 40 anni, ma anche di 50 e 60. Cercano sesso, passione, sentimento e gratificazioni che a casa non hanno. Regola numero uno: preservativo in borsetta. Regola numero due: cuore in frigorifero. E quale delle due sia la più importante è una verità ancora tutta da dimostrare. « Perché le regole del gioco sono solo due, l'abbiamo detto, e oltretutto chiarissime; ma là sulle spiagge dei Caraibi, tra mare e sole e bei ragazzi che sussurrano «te quiero», come si fa a tenere il cuore sempre sotto chiave e il profilattico sempre a portata di mano? Ma così è e via dunque: in questi giorni cominciano a partire, le ragazze italiane, con i tacchi a spillo in valigia e il preservativo in borsetta. Ragazze di trent'anni, ma anche di 50 e di 60. Single impenitenti, single frustrate, separate, divorziate. Sole o a piccoli gruppi. A Cuba o in Giamaica, a Capo Verde o nel Maghreb, ma anche in Senegal e in Belize, e dicono pure in Burkina Faso. Le rotte più calde dell'amore.

In quante partono? «Dalle 30 alle 50 mila l'anno» azzarda Pierre Orsoni, presidente di Telefonoblu-Sos turisti. Ma sono stime molto a spanne: «Dati precisi ovviamente non esistono. Si suppone però che le donne rappresentino dal 3 al 5 per cento di quel milione di italiani che pratica, abitualmente o meno, turismo sessuale». Ovvio, se lo chiedete a loro, alle ragazze, non ne trovate una che lo ammetta. Che dica: io lo faccio. Turismo sessuale? «Figurarsi!» ride la sessuologa Chiara Simonelli. «In tutto il mio giro di amiche, colleghe, studentesse, mai una volta che si affronti apertamente l'argomento». Però? «Però un paio di amiche che sono tornate dalla Giamaica insieme a un bel rasta, ecco, quelle le ho. Felicemente sposate, oltretutto».

E allora? Provate a guardarvi intorno. A chiedere alle amiche e alle amiche delle amiche, al parrucchiere, alla ginecologa, all'estetista. Scoprirete che ha ragione da vendere Charlotte Rampling, la splendida protagonista di Vers le Sud, uno dei film più applauditi all'ultima Mostra del cinema di Venezia: «Il turismo sessuale sta aumentando in modo vertiginoso. Le donne ne parlano poco ma lo praticano molto». Perché, giura, «a un certo punto la vita sessuale femminile diventa qualcosa di molto segreto, quasi imbarazzante da ammettere».

Chiedete in giro ma con discrezione. Troverete la professionista romana che magnifica i beach boy di Capo Verde, che «hanno la pelle scura ma i lineamenti occidentali», e oltretutto «parlano l'italiano», una gran bella comodità. O la giornalista romana che ormai da anni fa avanti e indietro con Cuba, ogni 3-4 mesi un bel viaggio, e divide felicemente la sua vita tra il lavoro in Italia e l'amore all'Avana. O la pierre milanese che va pazza per la Giamaica e narra meraviglie dell'Hedonism II di Negril, villaggio vacanze programmaticamente vietato ai minori di 18 anni, «dove l'unico imbarazzo è la scelta fra il rimanere al club, e cuccare tra i tanti single americani che ci vanno, o uscire fuori dal ghetto e fare amicizia con gli splendidi ragazzi del posto».

Alti, belli, muscolosi, tutti ben dotati di treccine e sorrisi incantatori da elargire, molto generosamente, alle turiste bianche come il latte: tedesche anzitutto, poi britanniche, americane, svizzere, italiane. Donne come quella Ellen, appunto, impersonata da Charlotte Rampling in Vers le Sud, che ad Haiti si concede l'amore di Legba, tanto più giovane di lei. Diceva nel film Ellen: «Quando sarò vecchia pagherò i giovani per amarmi. Perché di tutte le cose l'amore è la più dolce, la più viva, la più sensata. Non importa quale sia il prezzo».

Il prezzo non è spaventoso, dopotutto. Due settimane in Giamaica, o in un villaggio a Capo Verde, sono alla portata di (quasi) tutte le Ellen d'Italia. E a Cuba ci puoi andare perfino con il sindacato, con tariffe di favore, come quelle due milanesi sbarcate un paio d'anni fa all'Avana per i festeggiamenti del 1º maggio. «Mica eravamo andate lì per fare sesso, eh» avverte una. «Ma il preservativo in borsetta l'avevamo messo ugualmente» avverte l'altra. «Non si sa mai». È andata così: una si è innamorata dell'autista dell'autobus che portava il gruppo in giro per l'isola, l'altra di un musicista di salsa. «E che meraviglia di uomini» sospira una. «Mai conosciuto uno, in Italia, bravo a corteggiare una donna come fanno i cubani» sospira l'altra. Come no? «Mi amor» di là, «mi vida» di qua, «te quiero» da tutte le parti.

Altro che certi italiani che ti notano solo se sei alta 2 metri e hai un fisico da copertina, e il resto merita l'attenzione che normalmente si riserva a una tenda: nessuna. Le nostre due quarantenni, dopo aver provato il brivido di essere guardate con virile desiderio, sono perciò tornate a Milano con gli occhi sognanti. «E sia chiaro che non abbiamo mai pagato un solo dollaro» giurano. «Solo qualche cena, un regalino, una serata in balera».

Ultimo aggiornamento: 16-11-06