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ambasciata italiana ,invito turistico

Autore: giorgio
Email: giorgiobiavati@libero.it
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Date: 24/12/2002
Time: 06.31

Commenti

I tempi per l'intervista, dalla data della richiesta-anche telefonica- oscillano in sei sette mesi. Date le estreme difficoltà per la concessione del visto sarebbe secondo me opportuno, anche se questi documenti non vengono richiesti,esibire la copia del casellario giudiziale di chi ha fatto l'invito,, della dichiarazione dei redditi, di un eventuale atto che confermi la disponibilità di un casa, della fideiussione fatta per il maggiore importo possibile, anche in ipotesi di 15 milioni, visto che,per la banca i costi sono gli stessi. Nella peggiore delle ipotesi non verranno presi in considerazione ma almeno serviranno ad avere il cuore in pace nel caso in cui l'Ambasciata rifiutasse , neanche lo facesse per capriccio,la concessione del visto. Brutte notizie anche dal fronte del Governo. Non sono previste quote destinate a Cuba nel prossimo decreto stabilente la determinazione dei flussi di immigrazione per l'anno 2003 ammesso e non concesso che lo facciano per il prossimo anno. Nel 2002 è stata infatti prevista la quota per i lavoratori stagionali in agricoltura o nel settore del turismo, ma nessuna per quei datori di lavoro che erano interessati alla assunzione, dall'estero ,di personale extracomunitario. Sembra infatti che tutte le quote previste siano destinate ai Paesi da dove è più frequente l'immigrazione clandestina, ossia Albania, Marocco, Egitto, Tunisia, ecc. ecc. Vale a dire che anche in possesso di tutti i requisiti economici non sarà possibile assumere da Cuba la propria amica in qualità di domestica, con contratto di lavoro. Resta percorribile , soppresso l'Istituto dell sponsor previsto dalla Turco Napolitano,la sola strada dell'invito per motivi turistici con tutte le difficoltà ad esso collegate. Il personale all'Havana presso la nostra Ambasciata - ci sono ancora Annessi & C.? -esegue infatti alla lettera le disposizioni del Ministero degli Esteri, avente imposto che la concessione di questi visti venga fatta con il contagocce, visto che, nel 90% dei caso, chi viene in Italia 3 mesi, non rientra in patria, rimandendo clandestino. Da qui la dilatazione dei tempi tra la richiesta e l'intervista, probabilmente per il solo fine di scoraggiare le sempre numerose richieste. Sarebbe interessante verificare se nel periodo intercorrente tra la richiesta e l'intervista i funzionari dell'Ambasciata assumano informazioni dalla Polizia del luogo di residenza sulla persona richiedente il visto, e se , al problema già esposto, debba anche aggiungersi quello di eventuali precedenti della ragazza in questione. Esisteranno controlli coordinati? Sarebbe interessante approfondire. Buon Natale a tutti. Giorgio.


Aggiornato il: 10 dicembre 2011