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L'ultima Habana

Autore: Mario
Email: lastunas2000@yahoo.it
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Date: 25/10/2002
Time: 01.54

Commenti

Che desolazione La Habana, non l'avevo mai vista cosi', cosi' lontana dai sogni caraibici che ti tormentano quando non ci sei, quando sai che tropppo tempo deve passare prima di solcare il cielo per perderti poi tra i suoi piaceri e inganni. A Fidel sono rimaste poche strade in cui passare, in quasi tutte le buche sono ormai crateri, tanto che pensi che l'asfalto sia un piacere riservato a pochi. Che desolazione il 'fidelismo', ormai La Habana vive di pura anarchia, con tutti a fare i propi affari in pura autonomia con il solo obbligo di non 'especular'; e cosi' i ragazzi dei coco taxi affittano il mezzo allo stato per 30 dollari al giorno e se ne mettono in tasca almeno altri quaranta, piu' di mille al mese tanto che ti chiedono tre dollari per poche quadre e se non accetti se ne fregano bellamente tanto ormai la tariffa e' libera mentre il chirurgo, che arriva all'ospedale dopo una lunga e faticosa pedalata in bicicletta, deve trovare la forza e la serenita' per operare nell'intento di salvare una vita per miserabili quaranta dollari al mese, per quanto ancora 'aguantara' chi lo sa. E' miserabile La Habana con i poveri ancora piu´poveri e i nuovi ricchi ancora piu' ricchi, quelli che lavorano col turismo, davvero ricchi tanto da ostentare abiti da sera e payettes nella inaspettata coda alla Flor de Loto, nel barrio chino, per una cena esotico-romantica. C'e' coda fuori dei ristoranti habaneri, e in coda non ci sono i turisti, quelli fessamente cercano ancora le paladares ormai tutte in mano a stranieri piu' o meno dichiarati, in coda ci sono i cubani, quelli col portafogli che ogni giorno si riempe miracolosamente come miracolosamente nello stesso tempo si svuota quello del turista; quelli con il cellulare, e sono tanti, tanto che CubaCell ha ottenuto di contingentare le attivazioni di C-com che oramai la faceva da padrona. Che miserabile La Habana con i policia stabilmente aqquartierati con le jinetere alle quali garantiscono protezione in cambio di sesso e soldi; che squallida Guanabo dove sono tornate le orientali che pagano la tranquillita' del proprio negocio con una frettolosa 'mamaita' dietro il tanque de la basura proprio li' dove il bombillo non funziona mai chissa' perche'. Piu' che il socialismo in nove anni di Cuba avevo trovato il solidarismo, pero' adesso si e' toccato il fondo come se la globalizzazione fosse entrata di nascosto nelle valigie dei turisti e avesse colto di sorpresa tutti tanto da far scordare a ognuno la parte appresa nelle prove teatrali del potere e liberare nuove smanie di ricchezza. non c'e' l'ho con i nuovi ricchi, non sono poi molti anche se aiutano ad alzare i prezzi di una Habana sempre piu' cara, sono solo dalla parte dei sempre poveri, quelli che hanno contribuito a creare la Cuba che amiamo e che non sono riusciti a salire sul camello della fortuna, sono dalla parte de maestri, quelli che fanno dire a Fidel che a Cuba il livello dell'istruzione e' cosi' alto che ci sono pute licenciade, e che sopravvivono con 200 pesos al mese e non possono nemmeno rubare agli scolari i gessetti per rivenderli; sono dalla parte di quelli che vivono in municipios come San Miguel del Padron che stanno rivivendo l'epoca degli apagones e che le buche non ce l'anno nemmeno d'asfalto se non di pura e cruda terra; sono dalla parte di quelli che vivono en Calvario e all'Habana non ci vanno perche' e' troppo agitada e vivono dignitosamente la propria poverta'; vorrei che fossero tutti ricchi o tutti socialisti perche' l'ultima Habana non e' Cuba, non e' cubana. Penso a questo in questa dolce notte tropicale lontano 1500 chilometri da Cuba, penso alla Cuba mitica alla Mina', a quella che ci hanno raccontato e a quella che tutti noi abbiamo scoperto e mi chiedo perche' Fidel non affitta i coco taxi ai medici e agli insegnanti perche' nei loro giorni liberi arrotondino il salario e siano ancora il vanto di una politica che non e' piu' tale. Com'e' triste La Habana, mi viene da cantare, com'e' triste anche il sesso che oramai non e' nemmeno mercimonio se non una squallida quotidianita', una tristezza che si dimentica solamente nei pochi attimi dell'orgasmo e ti riassale non appena i sensi si sono acquietati. Cuba te quiero PINGAAAAAAA, Fidel dove cazzo sei SPARITO?


Aggiornato il: 10 dicembre 2011