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Autore: alessandro
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Date: 30/06/2002
Time: 05.58
SITUAZIONE
Il Codice Penale vigente prevede la pena di morte in 112 casi, di cui 33 per reati comuni. Sono reati capitali, tra gli altri: i reati contro la sicurezza interna ed esterna dello stato, i crimini contro la pace e le leggi internazionali, gli atti contro la sicurezza dello stato (come la violazione del territorio cubano da parte dei membri di un equipaggio aereo o navale), i crimini contro lo sviluppo normale delle relazioni sessuali e contro la famiglia, l'infanzia o la gioventù (per esempio, la violenza carnale sui minori di 12 anni o che abbia come risultato malattie o ferite; la pederastia con violenza su vittime inferiori ai 14 anni). Il 20 dicembre 2001 il Parlamento cubano ha approvato all'unanimità una legge che estende le disposizioni antiterrorismo e che riafferma l'uso della pena di morte per i più gravi atti di terrorismo. La nuova legge rafforza ed espande le previsioni della legge cubana sul terrorismo, considerato come un crimine contro lo stato dal Codice Penale. La pena di morte è stata applicata a Cuba sin dalla rivoluzione del 1959, quando i castristi hanno processato e giustiziato centinaia di sostenitori dell'ex dittatore Fulgencio Batista. La pena di morte era comune negli anni '60 e '70, ma è stata raramente applicata negli ultimi 20 anni. Negli anni più recenti, è stata riservata a casi di terrorismo, ribellione armata, assassinii particolarmente orribili e ai serial killer. Un riforma del febbraio '99 del Codice Penale ha adottato la condanna a vita e ha allargato l'applicazione della pena di morte ai reati di traffico di droga qualora vi siano circostanze aggravanti, di attentati e di corruzione di minori. Secondo la legge cubana, le persone di età inferiore ai 20 anni e le donne incinte non si possono condannare a morte.
ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI
Nazioni Unite
25 aprile 2002: Cuba si è astenuta sulla risoluzione 2002/77 sulla pena di morte alla 58ma Commissione Onu per i Diritti Umani.
NOTIZIE
Prese di posizione sulla pena di morte
4 febbraio 2002: il presidente messicano Vicente Fox ha detto di aver chiesto al presidente cubano Fidel Castro di abolire la pena di morte a Cuba. Ha detto che il tema è "fondamentale" per la protezione di cittadini messicani, e che l'abolizione a Cuba della pena capitale, eseguita mediante plotone d'esecuzione, sarebbe un gesto importante. Fox ha avuto con Castro un colloquio privato di quattro ore, durante una visita ufficiale a Cuba finalizzata all'annuncio di un nuovo stadio nelle relazioni cubano-messicane e alla creazione di relazioni commerciali tra i due paesi.
(Fonti: Financial Times, Full Text Financial Times, 05/02/2002)
9 gennaio 2002: circa 50 persone attendono l'esecuzione a Cuba, anche se nessuna condanna capitale è stata portata a termine dal 2000, secondo quanto riferito da una organizzazione umanitaria dell'isola aggiungendo che molti di quelli condannati vivono in "condizioni subumane". La Commissione cubana per i diritti umani e la riconciliazione ha detto che il governo Cubano ha "in pratica" applicato una moratoria delle esecuzioni. "Questo rappresenta un cambiamento importante e positivo rispetto al macabro record di migliaia di esecuzioni compiute nei primi 42 anni di questo governo", ha detto la commissione. Il gruppo umanitario, guidato dal dissidente Elizardo Sanchez Santa Cruz, ha chiesto alle autorità cubane di "passare quanto prima, da una moratoria di fatto delle esecuzioni ad una moratoria legale, che significa una immediata commutazione di tutte le condanne a morte pronunciate." La Commissione ha anche riferito che "alle persone attualmente detenute e in attesa di esecuzione non sono garantiti i diritti in base agli 'Standards minimi per il trattamento dei detenuti' stabiliti dall'ONU e sottoscritti da Cuba, ed inoltre, la maggior parte di loro sono confinati in condizioni subumane, degradanti e crudeli." L'organizzazione ha detto che è inaccettabile che i prigionieri "siano confinati in celle di massima sicurezza". Due condannati a morte, Jorge Luis Rodriguez e Manuel Antonio Ulloa, si sono amputati le mani con oggetti affilati e un altro, Jose Manuel Azan Rojas, si è bucato gli occhi con un oggetto appuntito, ha riferito la Commissione. Il gruppo ha riferito di avere avuto notizia di altri recenti atti di autolesionismo e di tentato suicidio tra i detenuti cubani, "un fenomeno che ha molto a che vedere con le condizioni di tortura psicologica e la crudeltà del trattamento in cui sono costretti a vivere." Solo il 5% dei condannati a morte hanno commesso crimini contro lo stato con dirette implicazioni politiche o militari, ha aggiunto la Commissione. "Questa bassa percentuale di persone condannate per crimini di tipo politico smentisce la tesi del Governo secondo la quale la pena di morte si giustifica per la necessità di proteggere la sicurezza dello Stato da azioni violente di gruppi esterni," ha detto l'organizzazione. Un precedente rapporto della Commissione riferiva di 21 esecuzioni avvenute tramite plotone di esecuzione a Cuba nel 1999, il che rappresentava una delle più alte percentuali di esecuzioni rispetto alla popolazione nel mondo.
Tratto da www.nessunotocchicaino.it