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Impressioni dall'Avana - chicas

Autore: Marco
Email: peciottina@yahoo.com
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Date: 17/03/2002
Time: 10.21

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Ciao a tutti, come promesso riferisco le mie modeste impressioni sulla gente cubana, con un occhio di riguardo sulle chicas. La speranza è di non avviare nuovamente una lunga polemica politica, non apprezzata dal WM… Devo riconoscere che mi sono trovato in grossa affinità con la gente di Cuba: allegra, sorridente, gioviale, veloce nel dare e nel prendere confidenza, disponibile; tutte qualità che io apprezzo molto. Purtroppo più di una volta (penso non sia capitato solo a me) mi sono chiesto: “Quanto c’è di vero in tutto questo e quanto invece è costruito attorno al più volte menzionato Re Dollaro? Fino a dove arriva l’opportunismo dei cubani e dove ne comincia la genuinità?” Siccome non ho l’abitudine di incasellare i popoli in categorie, sono convinto che a Cuba, come ovunque, ci sia una bassa percentuale di imbroglioni e faccendieri, di gente che vende ogni cosa e ogni persona (compreso se stessa), ed un’alta percentuale di ottime persone, realmente pronte ad instaurare amicizie disinteressate, ad aiutare e farsi aiutare, a ridere, ballare e scherzare con te. E allora la domanda si modificava: “Come faccio a distinguere i buoni dai cattivi?” “Come posso capire che è bello girare per l’Avana in compagnia di Pedro mentre Pablo cerca solo e soltanto dollari?” Mi è capitato senza dubbio di essere troppo scortese con persone che non lo meritavano e troppo disponibile (alias fesso) con chi in fondo voleva solo vendermi puros o sorelle/mogli. Discorso più o meno simile con le chicas, altrettanto allegre, sorridenti, disponibili e soprattutto bellissime. Ho cercato lugares poco convenzionali e molto cubani, ho provato ad avvicinare io alcune ragazze, ho cercato di evitare chi indossasse abbigliamenti poco…signorili (atto peraltro disdicevole e per nulla consono alle mie abitudini), ma il risultato è sempre stato il medesimo; tranne colei che mi ha procurato la casa, con cui ho parlato piacevolmente in tre o quattro occasioni in modo davvero disinteressato, la solita trafila: dopo cinque minuti la fatidica domanda: “estas in hotel o casa particular?” Ovviamente i sospetti cominciavano ad impennarsi finchè puntualmente dopo un periodo di tempo che andava dall’1 alle 2 ore la conferma: “Voglio dormire con te, puoi aiutarmi con 50 dollari?” A volte la variante era “quanto sei disposto a darmi per dormire con me?” Non nascondo che un paio di volte ho pensato al caro trapano e alle sue filosofie, ma forse credo che tutto ciò sia la conseguenza dell’esistenza di molti trapani e singadores vari e non viceversa. Sarà un’ipocrita questione di “forma”, ma instaurare un rapporto (pagando cena, consumazioni ecc. come si fa anche in Italia) e poi aiutare la persona che hai vicino perché sai che lo puoi fare e soprattutto senti di volerlo fare, è una cosa; fissare a priori un contratto economico sulla base del quale vai a costruire un rapporto, ha proprio il sapore del put….ere. Il padrone della mia casa mi ha rassicurato dicendomi che essendo la mia prima a Cuba, era tutto normale. Avevo già fatto passi da gigante, evitando il villaggio, il grande hotel, i megaristoranti (dopo due gg. mangiavo pizza e gelati cubani oltre alle ottime noccioline vendute nei bussolotti di carta!); evitare di cadere vittima del jineterismo alla mia prima apparizione era chiedere troppo, questione di esperienza mi diceva. Ma uno dei mille motivi che mi spingerà a tornare a Cuba sarà proprio questo: dove e come costruire dei rapporti umani un po’ più sinceri e genuini come molti di voi sono riusciti a fare? Per il momento sarei molto contento di leggerlo, attraverso i vostri consigli e le vostre esperienze, presto spero di realizzarlo. Un saluto e, nonostante tutto, que siempre viva Cuba!


Aggiornato il: 10 dicembre 2011