[ Rispondi | Avanti | Indietro | Su ]

Re: de L'ultimo viaggio a La Habana, il BREAK POINT

Autore: enrico
Email: che_guevara_51@hotmail.com
Date: Wednesday 20 February 2002
Time: 19.52

Commenti

No, caro Felipe, proprio no! E' da preti credere nel Dio buono e nel demonio cattivo! O "da no-global" da intervista televisiva... Dico, e non è affatto una semplificazione, ma la premessa di un discorso lunghissimo, che: 1) I tentativi fatti sino ad oggi, in qualsiasi paese del mondo, di realizzare la "collettivizzazione dei mezzi di produzione" e l'"abolizione della proprietà privata", si sono rivelati un totale fallimento (fallimento che in molti casi ha generato "orrori", "deviazioni allucinanti", e alla caduta di quei regimi, "vuoto ideologico" e paurose "fughe all'indietro" verso un "medioevo religioso"); 2) La pretesa "democrazia reale" che sarebbe derivata dalla "vera applicazione della volontà popolare" attraverso la "dittatura del proletariato" si è rivelata ovunque totalmente menzognera, avendo ovunque sempre e solo generato una classe politica autoreferenziante e rapidamente trasformandosi in dittatura personale e/o "famigliare" (i nuovi Czar); 3) L'unica cosa concretamente "quasi" vera (a richiesta spiegherò il perché del "quasi") è nella definizione di rivoluzione che da Mao Tse-Tung: "La rivoluzione non è un incontro pomeridiano per il té, non è un delicato lavoro di ricamo, non può essere fatta con la stessa dolcezza e cortesia... La rivoluzione è l'azione violenta di una classe che abbatte il potere di un'altra"; 4) I punti 1, 2, 3, però, si riferiscono ormai alla storia passata, alla storia del mondo dai primi del novecento al 1989; 5) Con il crollo dell'Unione Sovietica tutti i regimi comunisti del mondo sono rimasti senza referenti; ma soprattutto non c'è più "l'equilibrio del terrore"; 6) Non sono gli USA la "bestia nera", forse non c'è neanche una "bestia nera" consapevole, o, forse, la "bestia nera", l'"Anticristo", è il Capitalismo che si globalizza, evolvendosi in se stesso, senza possibilità reale di controllo da parte dei cittadini; gli USA sono solo "l'azionista di maggioranza" del nuovo assetto capitalistico internazionale; 7) Nel caso di Cuba, però, qualche responsabilità in più gli USA ce l'hanno: gli stessi USA che commerciano ed investono "alla grande" nella Cina comunista (la Cina della soppressione totale dei diritti umani), gli stessi USA che hanno finanziato i peggiori e sanguinari dittatori in America Latina, gli stessi USA che hanno combattuto una guerra miliardaria per cacciare da Kabul, in nome della sicurezza e della libertà, quegli stessi integralisti che loro stessi avevano quantomeno "non ostacolato" nella presa del potere (ma qualche maligno dice che c'entri anche il progetto, fermo da più di dieci anni, di un maxi-oleodotto attraverso l'Afghanistan...), questi USA mantengono contro Cuba un embargo economico-finanziario condannato per l'ennesima volta il 27 Novembre 2001 dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite (con 163 voti a favore (dell'abolizione), 3 contrari e 3 astenuti. Contrari: USA, Israele, Isole Marshall - Astenuti: Nicaragua, Micronesia e un altro che non ricordo), motivando la richiesta di abolizione con il danno gravissimo, in termini di "diritto alla vita", procurato al popolo cubano. Se l'equazione "investimenti e commercio verso un paese comunista = progressiva apertura al mercato e progressiva democratizzazione" vale per la Cina comunista, perché non deve valere anche per la piccolissima Cuba? Perché, per non dispiacere agli USA, l'Europa "consente" (e ci mancherebbe che ce lo vietasse!) agli imprenditori privati di avere rapporti con Cuba, ma ESCLUDE la possibilità di interventi (aiuti, finanziamenti, facilitazioni) pubblici (che invece prevede per i rapporti con la Cina)... ...Il discorso potrebbe essere lunghissimo, quello che voglio dire, in conclusione, è che, oggi, la responsabilità della miseria e della povertà non è più ascrivibile all'esistenza di un Moloch cattivo, né alle esigenze dell'equilibrio del terrore (dove ciascuna delle due superpotenze era "responsabile" di ciò che accadeva nella "sua" metà); oggi, se due terzi della popolazione mondiale sono poveri, e la metà di questi è alla fame, la responsabilità morale e politica è in capo ai governi di quel 20% di popolazione ricca (noi) che da sola divora l'80% delle risorse del pianeta.


Aggiornato il: 10 dicembre 2011