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Re: segnalazione

Autore: GIO
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Date: Thursday 07 February 2002
Time: 08.12

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Ecco il testo dell'articolo: Quell’alone eroico che ancora circonda Fidel Castro

Ho letto su alcuni giornali che la Regione Campania, cioè Antonio Bassolino, ha pensato bene di istituire, con un’apposita delibera, una commissione speciale per i rapporti con l'isola di Fidel Castro. Lo scopo dichiarato è quello di «favorire lo sviluppo delle intese e dei rapporti economici, turistici e culturali fra la Campania e Cuba». Ai tempi in cui era sindaco di Napoli, Bassolino aveva già organizzato un festival cubano nei giardini del Maschio Angioino. E, appena approdò in Regione, ricevette una folta delegazione di personalità dell'Avana. Hanno protestato, per queste spese superflue, solo il consigliere regionale di An Francesco D'Ercole e il giornalista Gennaro Sangiuliano. Troppo pochi. Sandra Martone, Napoli

Cara signora Martone, che io sappia la Regione Campania ha preso questo provvedimento per favorire le ditte che sono interessate a una fiera campionaria che prossimamente si terrà all'Avana. Ditte che - credo sia la speranza di Bassolino - dovrebbero approfittare dell'occasione per fare il loro ingresso nel mercato cubano. Ho letto che i presidenti del Piemonte, Enzo Ghigo, e quello della Lombardia, Roberto Formigoni, stanno prendendo iniziative analoghe per favorire le aziende delle loro regioni. Governate, come lei sa, dal centrodestra. Se poi la Campania darà vita a un ufficio per gli affari internazionali, tale ufficio - mi sembra ovvio - si occuperà di molti Paesi tra i quali potrà esserci Cuba. Anzi, sicuramente ci sarà Cuba. Ma, in tutta onestà, non mi sembra un reato. Quanto a Bassolino, quando era sindaco di Napoli, gli fu autorevolmente proposto un gemellaggio della sua città con l'Avana. E lui ebbe la sensibilità politica di lasciar cadere l'offerta. Ma se lei intendeva, con la sua lettera, sollevare la questione di una benevolenza diffusa (e ingiustificata) nei confronti di Fidel Castro, il discorso è diverso. Nel senso che, in tal caso, devo darle ragione: questo riguardo c'è, eccome. Io credo che sia dovuto all'alone eroico che - a sinistra, ma non solo lì - ancora circonda il lìder màximo nonostante quaranta e rotti anni di dittatura nient'affatto tenera. Alla persistenza, in altre parole, del mito comunista di Fidel. Il quale mito si alimenta anche dalla circostanza che Castro ha avuto al proprio fianco per un non breve periodo Ernesto Che Guevara. E il Che, come ognuno di noi sa, è rimasto un'icona di tutti i movimenti di protesta presentatisi sulla scena mondiale dopo la sua morte in Bolivia (1967). C'è però un'altra ipotesi, avanzata qualche tempo fa su Repubblica da Pietro Citati. Secondo Citati, Fidel Castro - da lui definito, senza giri di parole, «un vecchio assassino», «un pittoresco cialtrone» - è portato in paradiso dall'esser unanimemente considerato un «uomo televisivo». Aveva notato, Citati, che nonostante Castro non avesse «alcuna influenza sugli avvenimenti del mondo», alla fine di un convegno svoltosi a Roma qualche anno fa, le telecamere erano state tutte per l'uomo dei Caraibi. E avevano invece ignorato il Presidente cinese Jiang Zemin, ben più importante di lui. La faccia di Fidel, ha scritto Citati, «era onnipresente, ogni minuto, ogni secondo, su tutti i canali, con la sua barba enfatica e la sua loquela insaziabile». Per parte mia mi auguro che non sia così. Che almeno questa volta la tv non c'entri. Preferisco pensare che la predilezione per Castro sia legata a grandi motivazioni politiche. Ma ho il sospetto, il forte sospetto che Citati abbia colto nel segno.


Aggiornato il: 10 dicembre 2011